Nell’ultimo trentennio si è assistito, in particolar modo nei paesi del mondo occidentale, al verificarsi di una vera e propria pandemia: l’obesità.

Può essere definita come un eccesso di tessuto adiposo, in grado di indurre un aumento significativo dei rischi per la salute. Nello specifico, s’intende un eccesso ponderale pari o superiore al 20% rispetto al peso desiderabile per età, sesso ed altezza.

Condizioni di estremo sovrappeso e obesità vera e propria riguardano elevate percentuali della popolazione nelle nazioni più ricche.

Tale significativo aumento è riscontrabile anche e soprattutto nei giovani in età prescolare e nelle differenti fasce dell’età scolare.

Definire l’obesità una grave pandemia non è una esagerazione, dal momento che la condizione di sovrappeso determina una serie di rischi associati per l’organismo. L’aumento di questo fenomeno si traduce, infatti, in una maggiore incidenza della cosiddetta sindrome metabolica di cui fanno parte ipertensione arteriosa, alterazioni del metabolismo glucidico o diabete conclamato, iperlipidemia ed aterosclerosi precoce, in grado di indurre una accentuazione della morbilità infantile e conseguente aumento della mortalità prematura nell’età adulta.

Facendo riferimento al concetto di salute espresso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, il quale asserisce che “la salute è uno stato di benessere fisico, psichico e sociale, non solamente l’assenza di malattia o infermità” , si può comprendere ancora meglio la gravità della condizione dell’individuo obeso considerato che tutte le tre componenti citate (benessere fisico, psichico e sociale) vengono coinvolte in modo negativo.

Si parla di obesità infantile quando essa colpisce i soggetti nel periodo dell’infanzia.

L’infanzia è il periodo della vita dell’essere umano che va dalla nascita alla pubertà.

Generalmente viene suddivisa in tre parti:

1) La prima infanzia, che va dalla nascita all’uso della parola, e comprende il periodo neonatale, il periodo dell’allattamento e quello del divezzamento;

2) La seconda infanzia , o periodo pre-scolare, durante la quale il bambino passa dal gioco di singolo, in cui sperimenta le proprie capacità, al gioco di gruppo, che rappresenta una fase di socializzazione (terzo – sesto anno);

3) La terza infanzia , o prima età scolare, durante la quale il bambino sviluppa le proprie capacità cognitive (dal sesto al decimo – dodicesimo anno).

Intervenire già durante l’infanzia è di fondamentale importanza, perché ci offre la garanzia di risultati migliori e duraturi, sia in termini di prevenzione sia per interventi su bambini già interessati da sovrappeso.