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Cosa accade quando la dieta è seguita in modo perfezionistico?

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Quando un paziente segue il piano alimentare in maniera perfetta per almeno un mese, è opportuno, in base alla mia esperienza, attendere un po’ prima di essere ottimisti.
 

 

Può capitare di trovarsi di fronte ad una persona che ha un rapporto ideale con la dieta, alla quale aderisce nel modo migliore e senza incontrare difficoltà, ma può anche trattarsi di un caso in cui prevale il cosiddetto perfezionismo.
 

 

Nel momento in cui si verifica una trasgressione, il paziente in questione non riesce più ad aderire correttamente alla prescrizione. Subentrano sentimenti di pessimismo e sensi di colpa che portano ad una mancata adesione al piano alimentare alla quale il nutrizionista difficilmente può porre rimedio.
 

 

Le dinamiche psicologiche che sono alla base di questo comportamento sono le seguenti:
 

 

1. Per controbilanciare una mancanza di autostima, si tenta di aderire a modelli grandiosi e perfezionistici, cosa indubbiamente complessa in ogni campo della vita come in quello della dietetica. Ogni qualvolta si fallisce, inoltre, la carenza di autostima viene alimentato fortemente.
 

 

2. Nel momento in cui si verifica la trasgressione, il paziente sente di aver contaminato con il proprio comportamento lo schema-guida, che perde valore in quanto non è più ritenuto perfetto.
 

 

È bene focalizzare l’attenzione sul fatto che non esistono solo i due comportamenti estremi, seguire il piano alimentare perfettamente o non seguirlo affatto: si possono ottenere eccellenti risultati pur effettuando qualche saltuaria trasgressione. 
 

 

In questi casi è necessario spiegare che se, ad esempio, si presenta l’occasione di partecipare ad un evento conviviale lo si può fare moderandosi; dopo questo pasto extra il piano dietetico può essere seguito bene, senza sentirsi in colpa per l’avvenuta trasgressione. Fondamentale chiarire sin dall’inizio che la dieta è un procedimento scientifico e deve essere seguita scrupolosamente, ma non in maniera ossessiva.
 

 

Questo tipo di paziente, inoltre, anche quando riesce a raggiungere gli obiettivi, generalmente incontra difficoltà ad autogestirsi nel periodo post-dieta. 
 

 

Egli, infatti, ha un bisogno costante del nutrizionista come guida che gli dia regole alimentari da seguire. 
 

 

Per questo motivo, durante il percorso, bisogna aiutarlo a ricercare un buon livello di autonomia, affinché sia in grado di mantenere da solo i risultati raggiunti.
 

 

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